Tartaro dai denti di una comunità del neolitico-calcolitico: quali informazioni?

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Una complessa ricerca è stata svolta, negli ultimi mesi, dal Dipartimento di Biologia-Università di Roma “Tor Vergata” di Roma in stretta collaborazione con il Laboratorio di Palinologia e Archeobotanica del C.A.A. “G.Nicoli” srl sulla comunità preistorica di Casale del Dolce (Anagni-FR, Italia centrale) durante il Neolitico e il Calcolitico.

In particolare l’analisi archeopalinologica è stata condotta su micro-particelle recuperate dal tartaro dentario umano che ha fornito preziose informazioni floristico-vegetazionali utili per ricostruire la dieta di questo periodo, così ancora poco conosciuto.

Sebbene ridotta a una serie limitata di campioni, l’analisi ha permesso il ritrovamento di una grande quantità di tipi di polline, anche in forma di grumi compatti, che potrebbero indicare l’uso di sostanze naturali, come prodotti delle api e/o le resine di conifere.

Inoltre la presenza di tracce di Poaceae e Fabaceae, di probabile origine locale, delinea un connubio molto importante dal punto di vista nutrizionale poiché i cereali, ricchi di carboidrati, sono complementari ai legumi, ricchi di proteine, e insieme creano una dieta equilibrata e completa. 

Ad oggi, il tartaro dentale rappresenta uno dei migliori strumenti archeo-antropologici per evidenziare il valore delle piante nell’evoluzione e nella cultura umana, anche se è ancora difficile fornire un’interpretazione univoca per alcuni microresti in esso incorporati.

Lo studio è liberamente consultabile al seguente link: https://doi.org/10.1038/s41598-021-89999-3