Utilizzo di droni per la lotta biologica al Ragnetto rosso

CAA Centro Agricoltura Ambiente > News > Utilizzo di droni per la lotta biologica al Ragnetto rosso

Il Ragnetto rosso (Tetranychus urticae Koch) è uno dei più pericolosi fitofagi della soia. E’ un acaro molto polifago, in grado di infestare numerose piante, sia di interesse agrario che ornamentale.

In natura, questo pericoloso acaro, è contrastato dal predatore naturale Phytoseiulus persimilis, un acaro fitoseide utilizzato in tutto il mondo per combattere il fitofago su diverse colture.
Il fitoseide è un abile predatore del Ragnetto rosso, infatti gli adulti e le ninfe ricercano attivamente tutti gli stadi del fitofago, anche su ampie superfici, specialmente quando l’infestazione è rarefatta.

 

Una femmina adulta di P. persimilis è in grado di predare una decina di acari al giorno e di seguire con grande efficacia il loro spostamento sulle piante circostanti.

 

Nel mese di Luglio 2019, il settore Agricoltura sostenibile di CAA S.r.l., in collaborazione con il Servizio fitosanitario dell’Emilia Romagna, Bioplanet e Cooplar, ha effettuato una prova di lotta biologica contro il ragnetto rosso, distribuendo sulla soia esemplari di fitoseidi.

La prova è stata effettuata in un’azienda nel Comune di S. Giovanni in Persiceto (BO) e prevedeva, alla prima comparsa del ragnetto, il lancio di esemplari di P. persimilis, impiegando per la loro distribuzione un apparecchio UAV (drone fornito dalla ditta Cooplar).

I fitoseidi, forniti da Bioplanet di Cesena, sono stati caricati in un apposito serbatoio posto sul drone e sono stati lanciati sul a ridosso del bordo del campo (a una distanza di circa 1 m dalla scolina), ad una densità di 2 fitoseidi/m2.

La prova intende verificare la capacità di questi predatori di contrastare le infestazioni di Ragnetto rosso su colture in pieno campo, valutando anche la capacità di questi ultimi di spostarsi verso l’interno del campo.

Infatti, le infestazioni di T. urticae dipartono dai bordi. Per tale motivo, il lancio dei fitoseidi è stato eseguito su un bordo, a ridosso della scolina, in modo da valutarne la propensione nel diffondersi verso l’interno del campo, alla ricerca di nuove prede.