Archeobotanica

Il settore svolge, per privati o Enti pubblici, analisi archeobotaniche e paleobotaniche al fine di individuare le piante esistenti nel passato, il loro significato filogenetico, bioclimatico, paleoecologico, paletnologico e antropico. Nel corso degli anni il personale del Laboratorio ha campionato più di 300 siti archeologici italiani ed europei.

In particolare l’archeobotanica è la disciplina che si occupa dello studio dei reperti vegetali sia microscopici, come pollini, spore ed altri sporomorfi, sia macroscopici, quali semi/frutti, legni e carboni, provenienti da siti archeologici a partire dal Paleolitico fino all’età moderna.

Lo scopo di questa materia, che si divide in varie discipline, è la ricerca delle relazioni esistenti fra l’uomo e l’ambiente vegetale e l’evolversi ed il modificarsi nel tempo di tali interazioni.

Archeopalinologia
Archeocarpologia
Archeoxilo-antracologia

L’archeopalinologia studia i pollini, le spore e altri sporomorfi microscopici inglobati negli strati archeologici o nei sedimenti geologici; essa è in grado di ricostruire un’immagine dettagliata della vegetazione passata, offrendo informazioni quali/quantitative sulle essenze arboree, arbustive ed erbacee che vegetavano in un determinato sito o provenienti da altre fasce vegetazionali.

L’archeocarpologia studia semi/frutti e annessi fiorali sia delle piante coltivate utilizzate dall’uomo per diversi scopi sia delle piante spontanee presenti in sito, offrendo un quadro carpologico abbastanza preciso della vegetazione strettamente in loco o molto prossima e privilegiando la componente erbacea rispetto a quella arborea/arbustiva.

L’archeoxilo-antracologia si occupa dello studio dei legni e dei carboni, con particolare attenzione ai manufatti e ai materiali lignei utilizzati per la loro costruzione. Essa permette di ricostruire l’immagine della vegetazione arborea/arbustiva presente in stretta prossimità del sito, segnalando inoltre la presenza di eventuali altre specie provenienti da diverse fasce vegetazionali.

Negli ultimi anni il contributo delle analisi archeobotaniche si è rivelato di fondamentale importanza in quanto non solo fornisce utili elementi per ricostruire l’evoluzione del paesaggio di un determinato sito, ma contribuisce anche a conoscere le attività dell’uomo nel corso del tempo, scoprendo ad esempio quali piante coltivava e raccoglieva, quali utilizzava e per quale scopo, oppure quali prodotti raccoglieva/trasformava (ceduazione dei boschi, vinificazione, trebbiatura, ecc.), o ancora, se vi erano boschi oppure zone umide o canali, ecc. fino ad acquisire importanti informazioni relative al substrato, al clima, all’orografia e alla topografia del territorio.