Lotta alle zanzare

La lotta alle zanzare costituisce la principale attività di controllo a insetti di interesse sanitario svolto dal settore Entomologia e zoologia sanitarie e si divide in due principali approcci a seconda del gruppo di entomofagi a cui fa riferimento: zanzare autoctone, quali Culex pipiens e Ochlerotatus (Aedes) caspius, o zanzare urbane quali Aedes albopictus (Zanzara Tigre).

Zanzare autoctone
Zanzara Tigre
Zanzare autoctone

Le strategie di lotta a basso impatto ambientale messe appunto negli anni dai diversi enti che si occupano del controllo e contenimento delle zanzare hanno raggiunto degli ottimi livelli.

CAA adotta un modello di lotta alle zanzare a “controllo biologico integrato”, rivolto prevalentemente allo stadio di larva attraverso l’utilizzo di formulati larvicidi microbiologici. Le motivazioni di questa scelta sono molteplici:

 

  • colpire le zanzare quando sono confinate in ambiti circoscritti e facilmente individuabili, prima che si disperdano nell’intero territorio;
  • farlo quando sono facilmente raggiungibili e completamente in balia dei trattamenti;
  • lavorare selettivamente senza molecole chimiche ad ampio spettro d’azione;
  • agire in modo preventivo, quando ancora le zanzare non hanno cominciato a manifestare la loro molestia.

I prodotti utilizzati nella lotta alle larve di zanzare autoctone sono a base di Bti – Bacillus thuringiensis israelensis, un batterio gram+ in grado di sintetizzare, durante la fase di sporogenesi, proteine tossiche (localizzate nei corpi parasporali di struttura cristallina) per le larve di zanzare.

La formulazione in prodotti liquidi e granulari con modalità di distribuzione simili ai larvicidi chimici, la forte azione insetticida e l’elevata selettività d’azione hanno reso il Bti uno dei larvicidi più utilizzati a livello mondiale.

Vi sono però alcuni fattori che possono incidere sull’efficacia del Bti e di cui occorre tener conto nella modalità d’impiego.

  • Le basse temperature riducono l’efficacia di Bti. La temperatura influenza l’attività trofica e quindi incide sulla quantità di tossina ingerita. Probabilmente incide anche sul pH intestinale e sull’attività enzimatica che sta alla base dell’attivazione della tossina (Dadd, 1976).
  • L’inquinamento, i sedimenti e le particelle sospese riducono l’efficacia di Bti a causa dell’adsorbimento del prodotto da parte delle particelle che aumentano la velocità di sedimentazione dei cristalli, fuori dalla zona di alimentazione delle larve (Sinégre et al., 1981c). Inoltre i cristalli adsorbiti dai sedimenti sembra subiscano una sorta di blocco alla solubilizzazione anche nel caso di contatto con l’intestino della larva di zanzara.
  • Altri fattori che incidono negativamente sull’efficacia di Bti in campo sono l’elevata profondità dell’acqua del focolaio, la presenza di vegetazione nel focolaio e le forti densità larvali.

Pertanto per avere elevate mortalità occorre modulare i dosaggi di Bti in relazione alla temperatura e alla qualità delle acque, alla tipologia del focolaio larvale e all’attrezzatura impiegata.

Per poter superare l’ostacolo della vegetazione presente sulle sponde ed effettuare i trattamenti dal centro del canale verso la riva (dove si concentrano le larve) nel 1991 è stato realizzato e messo a punto in collaborazione con CAA un braccio telescopico idraulico con una lunghezza massima di 9 metri, all’apice del quale è stata montata una barra portante 4 ugelli regolabili sia nella rotazione che nel flusso.

L’incremento considerevole dell’efficienza dei mezzi ha determinato la contrazione dei tempi di lavoro, con una riduzione dei costi del 60%.

I trattamenti insetticidi contro gli adulti, di conseguenza, perdono il ruolo prioritario e si riqualificano come interventi straordinari, localizzati e giustificati solo al verificarsi di situazioni di molestia intollerabile, attestate dal superamento di una “soglia” legata ai livelli di densità di zanzare.

Il controllo effettuato sulle ditte di disinfestazione addette ai trattamenti viene effettuato tramite verifiche in campo, utilizzo dei GPS (Global Positioning Systems), divisione delle competenze tra gestione dei prodotti e gestione della disinfestazione.

Zanzara Tigre

La strategia di lotta messa a punto dal Centro Agricoltura e Ambiente in collaborazione con la cattedra di Tecniche di Lotta Biologica dell’Università di Bologna permette, dove applicata correttamente, di contenere la zanzara entro livelli non nocivi per la cittadinanza.

Le attività previste nell’ambito di questa strategia di lotta sono le seguenti.

Monitoraggio quantitativo della popolazione mediante ovitrappole specifiche.

Il monitoraggio realizzato mediante ovitrappole è un’attività fondamentale che deve essere considerata come parte integrante delle campagne di lotta (Fay e Eliason 1966, Carrieri et al. 2009; Albieri et al. 2010; Carrieri et al. 2011). Le ovitrappole sono costituite da contenitori plastici di colore nero di circa 1000 ml di volume, contenenti circa 700 ml di acqua (priva di cloro) e una listella di masonite (larghezza di circa 2,5 cm) fissata sulla parete in modo da fungere da supporto idoneo per l’ovideposizione. Ogni quindici giorni (mettendo nell’acqua dell’ovitrappola una goccia di Bti in modo da evitare l’eventuale sviluppo di larve) le listelle di masonite devono essere sostituite e quelle raccolte esaminate allo stereomicroscopio per osservare la presenza delle uova. Il corretto posizionamento delle ovitrappole è fondamentale per garantire la qualità del dato raccolto.

Disinfestazione delle caditoie stradali pubbliche e private.

I focolai di Ae.albopictus più importanti in area urbana sono senza dubbio le caditoie stradali che in buona parte mantengono acqua sufficiente allo sviluppo larvale. Per ottenere un efficace contenimento della densità di popolazione occorre interessare (direttamente oppure per mezzo dell’informazione della cittadinanza) anche le aree private. La lotta può essere svolta con formulati a base di pyriproxyfen o diflubenzuron (Colonna et al. 2004; Bellini et al. 2009).

Informazione alla cittadinanza finalizzata all’adozione di comportamenti corretti volti alla prevenzione e alla lotta in ambito domestico.

La divulgazione e l’informazione sui comportamenti di prevenzione e di lotta adottabili in ambito domestico assumono un’importanza prioritaria per il controllo di questa specie. La cittadinanza può anche collaborare alla sorveglianza tramite segnalazioni agli uffici preposti di situazioni critiche.

Ricerca e rimozione dei microfocolai di sviluppo.

Ae.albopictus possiede una grande adattabilità nello sfruttare vari tipi di raccolte d’acqua artificiali. Per riuscire ad avere un impatto sulla popolazione, oltre alla disinfestazione delle caditoie stradali, è necessario rimuovere le altre fonti di sviluppo larvale. Nelle aree infestate deve essere svolta una indagine accurata attraverso la quale è possibile individuare le fonti di sviluppo (attive o potenziali) da eliminare, o disinfestare se non eliminabili. Durante questa attività è possibile inoltre fornire informazioni dirette ai cittadini sugli accorgimenti da adottare per evitare lo sviluppo della Zanzara Tigre.

Ordinanza del Sindaco.

A supporto alle attività di lotta è utile che i Comuni adottino un’ordinanza specifica che definisca le regole di comportamento a cura della cittadinanza e delle categorie a maggior rilevanza.

Il Centro Agricoltura Ambiente è fortemente impegnato nella ricerca di nuovi sistemi in grado di assicurare migliori livelli di contenimento (tecnica SIT o del maschio sterile).